Sulla tutela del salario dei dipendenti capitolini è necessario un intervento urgente del Governo in quanto, seppur appaia condivisibile il principio, esplicitato dalla nota del MEF e condiviso dalla Corte dei Conti, che il salario accessorio debba essere versato solo a fronte di prestazioni accessorie e non distribuito “a pioggia”, è altrettanto vero che i contratti del pubblico impiego da anni sono congelati ed il loro potere d’acquisto eroso: di questo la politica ed il Governo devono tenerne conto perché i 200/300 euro che si taglierebbero su salari di 1200/1500 euro farebbero precipitare nell’indigenza, dal giorno alla notte, i lavoratori e le loro famiglie che su queste risorse hanno programmato la propria vita. – Lo dichiara Emanuela Mino, presidente del Consiglio del Municipio Roma XI ed esponente della Lista Civica Marino Sindaco.
Proprio i dipendenti capitolini sono un prezioso patrimonio per questa città, la loro importanza la percepiamo tutti i giorni proprio noi che ci troviamo ad amministrare negli organi di decentramento, come i Municipi, dove sono loro il punto di contatto tra i cittadini ed Amministrazione erogano servizi indispensabili, ascoltano e risolvono problemi; una classe di lavoratori sulla quale da troppo tempo si coltivano luoghi comuni mentre la realtà racconta di condizioni lavorative inadeguate, per personale pensionato e non rimpiazzato, mancanza di aggiornamento ed obsolescenza delle strutture, e che meriterebbe, di contro, di essere valorizzata sul piano economico e professionale.
Come ha già sottolineato il Sindaco Marino, le risorse sono già nel Bilancio e contemporaneamente si stanno producendo le controdeduzioni al documento del MEF, ma ora è il Governo che deve agire, ascoltando anche le sollecitazioni dall’ANCI in quanto il problema è condiviso da tutti i Comuni italiani, per dare a Roma gli strumenti necessari per affrontare il problema e per portare a compimento il processo di modernizzazione della macchina capitolina.